I
luoghi dei Fanes : il Padon
Lunga
e tormentata dorsale di rocce scure, allineate dal Pordoi fino
a Roccapietore, il Padon separa il Livinallongo dalla valle
del torrente Pettorina, ed è noto al turista medio più
che altro come quinta che nasconde o incornicia la spettacolare
vista della Marmolada.
La
catena del Padon è costellata di punte, nessuna delle
quali particolarmente alta (da ovest ad est Col de Cuch,
m 2563, il caratteristico Sas Ciapel (Sasso Cappello)
m 2557, le Forfesc (Forbici) m 2585, il Belvedere m
2650, Sas de Mezdì m 2727, la Mesola m 2642, il Padon
vero e proprio m 2512; poi la catena si sdoppia ed abbiamo a
nord il Col de Scote m 2265 verso Pieve di Livinallongo
ed a sud il Migon o Migogn m 2384 verso Roccapietore.
Le
scure rocce del Padon sono prevalentemente costituite da ceneri
e lapilli vulcanici eruttati durante il Ladinico
(Trias medio) e successivamente consolidati. In quel periodo
le Dolomiti costituivano una zona di subduzione della crosta
terrestre e furono pertanto interessate dall'azione di almeno
due vulcani.
Nella
saga dei Fanes il Padon è ricordato 1) come sede della
favolosa miniera dell'Aurona,
2) come dimora del Vögl
delle Velme, 3) come luogo dove Ey-de-Net cerca invano
"per sette giorni" la casa
della Tsicuta. Il
primo punto deve essere smentito: l'Aurona
era l'archetipo della miniera di rame, e non può essere
localizzata in un posto preciso. Probabilmente, poi, l'affermazione
che l'Aurona si
trovasse nel Padon è tratta dall'idea (che non c'entra
coi Fanes) che le rocce di quest'ultimo fossero state annerite
"dai fumi delle fornaci dell'Aurona".
Vi è bensì un "ru d'Aurona"
che dal Padon scende ad Arabba, ma il nome può benissimo
essere derivato dalla leggenda anzichè viceversa. Quanto
al Vögl delle Velme, si dice che se ne stesse
coi piedi immersi nel ru d'Aurona quando era di buon
umore, tra le Forfesc quand'era immusonito. Va detto
che la coincidenza di un Sass de Mezdì esattamente
a sud di un ru d'Aurona, legato ad un vecchio che sapeva
tutto perchè glielo raccontavano gli spiriti delle acque,
richiama subito alla mente un luogo sacro del tipo acqua-sole-montagna
come ne abbiamo già trovati (p.es. in val
Costeana). Purtroppo non ci viene detto altro che questo.
Del Migogn, infine, parleremo ancora a proposito della
Tsicuta e della
sua abitazione.
Ben
visibile da: tutta l'alta valle del Cordevole,
la Marmolada ed il lago di Fedaja, l'alta valle dell'Avisio,
il Pordoi, il Pralongià, il Gruppo Sella...
Il Padon è la cresta scura oltre la quale si vede
la Marmolada
(tra noi ed il Padon c'è la valle del Cordevole
con Arabba;
tra il Padon e la Marmolada, il lago di Fedaia).
(foto IlPalo - http://www.sassodiasiago.it/dal_sito_www_ilpalo_net.htm)
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Escursioni:
dal
rif. Castiglioni al lago di Fedaia (m 2054) per il sentiero
detto Vial del Pan, per il rif. Vial del Pan
m 2436 al rif. Baita Fregarola m 2388, h 2; al passo
Pordoi m 2239, h 1/2. Ampia e continua vista sulla Marmolada
e ciò che resta del suo ghiacciaio. Possibile deviazione
per il rif. porta Vescovo, m 2516, da cui una funivia
scende ad Arabba. Da porta Vescovo, l'impegnativa ed esposta
Ferrata delle Trincee porta in circa
3 h al rifugio Passo Padon m 2407, da cui ci
si riporta al lago di Fedaia. |
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