Mappa del sito

Capitolo precedente

 

La saga dei Fanes - Le vicende narrate

Origine e struttura della società dei Fanes

1 - Le origini

La leggenda di Moltina, depurata dai non pochi elementi spuri, ci traccia un quadro abbastanza preciso e realistico delle origini della tribù dei Fanes.

Ci troviamo dunque di fronte alla storia di una piccola tribù a regime matriarcale, che attorno al 1500 A.C. vive di caccia e raccolta nelle grotte degli altopiani di Sennes e Fosses. Il clima dell’epoca è abbastanza mite da consentire lo svernamento ad alta quota.
Al sopraggiungere delle prime ondate di invasori, che entrano nelle Dolomiti attraverso la sella di san Candido e spazzano ogni cosa dinanzi a sé, spesso per poi proseguire verso la val d'Adige ed oltre, i Fanes reagiscono nascondendosi negli anfratti della montagna.
La distruzione degli abitati di fondovalle provoca la fuga dei pochi superstiti, che per diversi secoli non riusciranno più a costituire degli insediamenti stabili. Alcuni Landrines si rifugiano presso i Fanes, tributando loro un significativo apporto sia culturale che di sangue.
Si instaura così presso i Fanes una forma di monarchia ereditaria matrilineare, che trae la sua sacralità dall’alleanza simbolica con la marmotta, animale con cui i Fanes condividono un comportamento difensivo puramente passivo, ma nelle circostanze molto efficace.


2 - L’evoluzione della società e la crisi del matriarcato

Passando dalla storia di Moltina al corpo principale della leggenda, si avverte che col tempo nella società dei Fanes sono intervenute delle modificazioni sostanziali.

Pian piano, infatti, i Fanes si sono espansi fino ad occupare nella sua interezza anche l’altopiano che da loro prenderà il nome e si sono costruiti un solido rifugio sulle Cunturines. Frattanto dalla pura caccia e raccolta si è passati ad una società mista di pastori e di cacciatori; ciò ha comportato un significativo incremento demografico ed un aumento delle risorse disponibili pro capite; ma anche la necessità di difendere i pascoli e le greggi, che non era più sempre possibile nascondere semplicemente negli anfratti all’avvicinarsi di un nemico.
I Fanes hanno sviluppato così anche delle significative capacità militari, che hanno trovato una tutela mistica nel culto dell'avvoltoio: questo animale, già legato ai riti funebri, si è trasformato in un simbolo marziale che ha finito per assumere importanza e sacralità almeno pari a quello della marmotta. D’altro canto, essi non avevano alcun modo di procurarsi armi ed oggetti di metallo se non sottraendoli ai popoli vicini. I Fanes hanno scoperto così la rapina e la razzia come forma di vita facile, esaltante e remunerativa.
Si è preparato così un potenziale conflitto sociale tra i fautori di un comportamento non aggressivo (le “marmotte”), che trovava plausibilmente più sostenitori tra gli anziani e le donne della tribù e si appoggiava soprattutto sulla regina, ed i partigiani delle scorrerie (gli “avvoltoi”), da individuarsi di preferenza tra i giovani maschi, il cui punto di riferimento doveva invece essere costituito dal re.
E’ probabile che l’instabilità sociale di cui si è parlato, proseguita allo stato larvale o latente per numerose generazioni, sia sboccata infine in uno stato di conflittualità aperta, apparentemente all’improvviso, quando un evento esterno ne fornì l’innesco. A questo punto però i contrasti giunsero al punto da mettere in questione la stessa forma matriarcale della monarchia
Questa situazione venne a verificarsi attorno alla fine del IX secolo A.C. Le invasioni da nord-est avevano cominciato a diventare meno virulente, e si era assistito anche ad un primo timido rifiorire di insediamenti fissi di fondovalle, ad opera dei nuovi popoli (i Reti). Dal sud, invece, le valli tributarie del Piave avevano cominciato ad essere risalite da un diverso ceppo di invasori: i Paleoveneti. La loro espansione fu essenzialmente pacifica: le antiche tribù vennero attirate l’una dopo l’altra nella loro sfera di influenza culturale e politica, entrando a far parte di una sorta di blanda confederazione di popoli.
Quando i Fanes iniziarono a perpetrare le loro razzie a danno di popoli entrati nell’orbita paleoveneta, lo scontro divenne inevitabile.


Capitolo precedente