Laboratorio
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Le "velme"
Da
cosa prende nome il personaggio noto come "Vögl
delle Velme"? "Vögl"
vuol dire evidentemente "vecchio" (nel dialetto ladino
del Livinallongo, o "Fodom"), e questo corrisponde alla
descrizione di Wolff.
Ma le "velme"? Wolff le traduce "ontani verdi"
(ted. Grün-Erlen), ed effettivamente risulterebbe
proprio questo
il significato corretto della parola in Fodom. Tuttavia "vecchio
degli ontani verdi" non significa in apparenza proprio nulla.
Come riferito altrove
nel sito, secondo la testimonianza della moglie del prof. Palmieri
pare che a Selva di Cadore la parola significasse "pagliaio"
o "covone": e da qui ne ho tratto una possibile connessione,
per similitudine di forma, con gli antichi forni fusori.
Ho
chiesto lumi ad un conoscitore dei dialetti agordini, che ha collaborato
anche ad un piccolo dizionario
bellunese-italiano, Alessandro Manfroi, ed
ecco quanto mi ha comunicato jn proposito:
" Velma
in Cadorino è un traino di fronde (generalmente di abete)
per trasportare a valle o al “karegador”
(che può essere una slitta o un carro) legna o fieno.
Nei
dialetti agordini centro-meridionali, ma anche in quelli di Rocca,
Laste e Colle S. Lucia, ritroviamo lo stesso significato, ma esso
viene ampliato considerando la velma come “mucchio conico
di fieno”. Ma, in aggiunta a ciò, troviamo dei risvolti
semantici secondari.
Velma
acquisisce, in questi contesti geografici, l’accezione di
“grossa quantità di qualcosa” – da qui
delle espressioni tipo “usuraria
me n’ho karegà ‘na velma”, esclamazione
che sta ad indicare che ci si è sovraccaricati di qualcosa.
Dal
momento poi che, un tempo, le unità di superficie dei prati
erano calcolate anche in base a quante misure di fieno se en ricavava,
velma
acquisisce anche un’accezione semantica di unità
di misura di superficie. E, in questo senso, diventa un multiplo
della “kalvìa”.
Da
tutto ciò si deduce che velma
porta una connotazione semantica legata in qualche modo ad una
grossa quantità, all’abbondanza di fieno, ad un prato
di vaste dimensioni. Insomma ci si trova di fronte ad un’interpretazione
che va verso un significato di “grande copia” o, in
qualche modo, di ricchezza. "
Con
ciò potrebbe aprirsi anche una seconda interpretazione,
ossia che si tratti di un "vecchio delle ricchezze",
un po' come Marco Polo venne soprannominato "messer Marco
Milioni", e si potrebbe supporre per il vecchio un'origine
ancora più meridionale del Livinallongo.
Ma tutta la faccenda attende delle conferme precise
per quanto riguarda il dialetto antico dei Fodomi e dei loro immediati
vicini della val Fiorentina.
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