Novembre
2007
Il
numero del mese di "Meridiani Montagne" è dedicato
alle Dolomiti di Fanes
e
vi è anche qualche pagina dedicata alle loro leggende
"Meridiani
Montagne", per chi non la conoscesse, è una rivista
che esce ogni mese con un numero monografico dedicato ad una montagna
o ad un gruppo di montagne, quasi sempre nella cerchia delle Alpi.
L'amico
Norbert Spina ci ha segnalato che il numero 29, novembre 2007,
tratta delle Dolomiti di Fanes.
La
parte del leone la fanno gli itinerari: escursionistici,
alpinistici, sci-escursionistici, per mountain-bike ecc.,
sempre molto ben descritti e documentati. Splendide le
foto. Ma vi sono anche articoli dedicati a tutti gli aspetti
naturalistici e culturali legati alle montagne in oggetto,
compresa la cucina locale e, nel nostro caso, le leggende.
La cartina allegata, in scala 1:25.000, è un po'
semplificata, ma forse proprio per questo risulta molto
chiara e leggibile. Purtroppo nella parte meridionale
non giunge fino a coprire il Lagazuoi e nemmeno le cime
di Fanes e buona parte dell'Alpe di Fanes grande. Necessità
tipografiche, immagino, ma l'utilità della cartina,
almeno per me, ne risulta notevolmente sminuita.
La
parte dedicata alle leggende è affidata a Marina
Morpurgo, una brava giornalista molto appassionata
di montagna, che nel tempo libero scrive affascinanti
fiabe per i piccoli. Forse proprio incoraggiata da questa
sua "specializzazione", la scrittrice tratta
la leggenda dei Fanes come se si trattasse di una fiaba,
senza rendersi conto che la morfologia del racconto è
completamente diversa (del resto, nella tradizione ladina
la fiaba è molto rara, e quasi sempre d'importazione).
La trattazione dell'argomento, che relega senza appello
i Fanes nel puro mondo dell'onirico, trascura così
- a mio modo di vedere - di affrontare la vera sostanza
del problema.
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Mi lascia molto
perplesso anche l'affermazione che la figura dell'uomo
selvatico, diffusa nel folklore di almeno mezza Europa,
sia nota come "... Salvanel nelle valli
ladine e (non a caso) Fanes in val Badia."
Questo trascurando del tutto le cospicue differenze strutturali
fra le figure citate, e nonostante il Salvan (lui
sì, il vero equivalente ladino dell'uomo selvatico),
sia attestato in Ladinia non solo da Wolff,
ma anche da Alton,
De Rossi
e via discorrendo.
Ho in ogni
caso apprezzato che Marina Morpurgo abbia citato nelle
sue righe sia questo sito - e di ciò la ringrazio
- sia quello dell'Associazione
Culturale Fanes di Susy Rottonara.
Vi è
infine un cenno alla testa del "re di pietra"
del Falzarego, di cui viene proposta una terza versione:
ne parlo più diffusamente in una postilla che ho
apportato alla precedente notizia
in cui segnalavo di averne trovato la seconda.
In conclusione,
ritengo che in ogni caso questo numero di Meridiani
Montagne non possa mancare nelle biblioteche degli
appassionati dei Fanes, e più in generale delle
loro meravigliose montagne.
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