La
saga dei Fanes - approfondimenti
Il destino della Lujanta
La
sorella di Dolasilla potrebbe forse non esistere, come propone
la Kindl, non
essere altro che un suo alter ego letterario, necessario
solo a fini narrativi (ossia consentire la scena
finale sul lago di Braies).
Vi è in effetti una versione della leggenda in cui la
Lujanta non compare affatto, però è quella
conservata in val di Fassa, quindi per nulla al corrente del tema
delle marmotte. Tanto
la versione che Wolff apprese da
Staudacher,
quanto quella riferita da Morlang,
entrambe dunque di ambiente badiotto e pertanto meglio informate
sui fatti, conservano invece il personaggio della Lujanta.
In effetti esso risulta assolutamente centrale nello sviluppo
del mito del gemellaggio
con le marmotte. E' il
sacrificio della sorella maggiore, che viene "scambiata"
con una marmottina bianca, ciò che consente a Dolasilla
di incarnare lo "spirito delle marmotte"
ed acquisire di conseguenza la sacralità regale.
Forse
l’aspetto pubblico dello “scambio dei gemelli”
tra Fanes e marmotte consisteva nell’allevamente al castello
una o più marmotte
semidomestiche. Che accadeva per contro alla Lujanta?
"Essere scambiata con una marmotta" poteva verosimilmente
significare, più che essere brutalmente soppressa, essere
costretta a condurre la vita delle marmotte,
e quindi (in un altopiano fortemente carsificato come quello dei
Fanes) restare segregata per sempre nel fondo di una grotta. Occorre
ricordare che una ritualità materialmente assai simile,
e sempre legata al propiziarsi le forze arcane del sottosuolo,
per quanto con un fine ultimo del tutto diverso, è documentata
dalla leggenda solo a pochi chilometri di distanza dai Fanes:
la Delibana
del Livinallongo. In questa leggenda è anche notevole il
significativo riferimento ad un ancestrale matriarcato legato
a rituali di cui solo le donne erano a conoscenza, al punto di
utilizzare un linguaggio che gli uomini non erano in grado di
comprendere..
Mi
è noto dall’etnologia almeno un esempio (Isola di
Pasqua) di vergini che venivano segregate ritualmente per anni
in una grotta per "sbiancarle". Forse proprio per questo,
per il candore di una pelle mai esposta ai raggi solari, Lujanta
ha quel suo appellativo, “lucente”, che potrebbe facilmente
significare “dalla bianca pelle”. Forse proprio per
la stessa ragione, la marmottina con cui viene scambiata deve
essere albina. In ogni modo, gli animali albini sono sempre stati
ritenuti speciali, “sacri”: nessuna meraviglia che
i Fanes scegliessero un esemplare albino per scopi rituali.
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