Mappa del sito

La saga dei Fanes - approfondimenti

La città di Contrin

La favolosa città di Contrin, così ricca da potersi permettere di ornare le mura con merli d'oro, compare nella leggenda in due occasioni: è la città del re Odolghes che schiavarda le porte dell'Aurona nel mito omonimo, ed è la città che, nella trilogia fassana, cade per prima sotto il dominio dei "Trusani"; il suo re, che si chiama ancora Odolghes, non potendo suscitarvi la rivolta, preferisce che venga distrutta piuttosto che vederla in mano al nemico.

Il nome 'Contrin' ricorda molto da vicino quello dell'altra mitica città delle Dolomiti, ossia le Cunturines, la capitale del regno dei Fanes. Esiste anche un mito autonomo, di cui ci è rimasto pochissimo, riferito ad una ragazza di nome Conturina ed ambientato a sud della Marmolada, che sembra poter fare un po' da ponte tra i due nomi.

In effetti, nelle Dolomiti esistono almeno due località chiamate Contrin: una è una piccola frazione sopra Arabba, l'altra è una valle che da Penia risale verso passo Ombretta. Indubbiamente è a quest'ultima che pensavano i narratori fassani, tanto più che lo stagno mefitico (Lek Puzolent) che vi sgorga, in realtà una sorgente solforosa, veniva messo in relazione con le fumanti rovine della città scomparsa tra le fiamme (cfr. Wolff nella sua Strada delle Dolomiti). Ecco un ulteriore esempio di mito portato a spiegazione di un fenomeno naturale fuori dal comune; e questo induce a ritenere più probabile che la valle abbia preso il nome dalla città favoleggiata, piuttosto che viceversa.

Analizzando meglio quel che viene detto di Contrin, osserviamo che l'esistenza di mura non è affatto assurda; anche Sotciastel, modesto villaggio del Bronzo medio presso Pedraces, in val Badia, si era cinto di mura, consistenti in una palizzata rafforzata da un terrapieno. Se poi la città gestiva in qualche modo una miniera, archetipizzata nell'Aurona, da cui ovviamente si estraeva il rame e non l'oro, non si può certo escludere che alcune fra le teste di palo più importanti delle mura, quelle angolari o quelle delle porte, fossero state veramente rivestite in foglia di rame per proteggerle dalle intemperie.

Dove e quando esistette dunque Contrin?

Si tratta quasi certamente di una città archetipica, legata al ricordo tanto dell'Aurona quanto delle Cunturines, e che di conseguenza non può essere nè ubicata nè datata.

Tuttavia è plausibile che al tempo dei Romani sia veramente esistito un villaggio, il primo a cadere nelle loro mani e quindi situato da qualche parte sui confini orientali della val di Fassa, cui fu appiccicato arbitrariamente il nome della città mitica forse anche per stemperare nell'onirico l'onta della bruciante sconfitta subita nella realtà.