La
saga dei Fanes - approfondimenti
Le anguane
Queste
figure femminili legate alle sorgenti ed ai corsi d'acqua, dotate
di alcuni tratti umani ed altri a volte soprannaturali, se non
addirittura semidivini, sono diffuse quanto meno in tutte le Venezie
e nella Lombardia orientale, e sono probabilmente imparentate
con le ninfe greche e latine, forse anche con le samodive o samovile
balcaniche. Esse sono conosciute sotto nomi diversi (aquane,
gane, vivane, langane ecc.) che appaiono
tuttavia semplici variazioni locali (p.es. vivana o vivena
in val di Fassa, ma pantegana in Badia, langana
in Cadore... ) ciascuna derivante da aquana, ossia sostanzialmente
"donna delle acque". L'ipotesi alternativa di una derivazione
da anguis, serpente, non regge e sarebbe dunque frutto
di un'omofonia casuale .
Le anguane (o nomi equivalenti) ritornano con notevole frequenza
nelle raccolte di Wolff
e di de Rossi).
Ho qui riportato uno specchietto che mette in luce come le tradizioni
dolomitiche attribuiscano loro numerose particolarità molto
ben dettagliate (tra parentesi ho indicato la raccolta da cui
proviene l'informazione ed il capitolo relativo; KFW
= K.F. Wolff, HdR = H. de Rossi; cfr. Bibliografia):
1.
sono creature decisamente benevole nei confronti degli uomini
e cercano di aiutarli in ogni modo (HdR La vivana scacciata; HdR
A proposito delle vivane; KFW Le due madri);
2. possono dispensare il dono della fertilità (HdR
La vivana della fertilità; HdR La vivana scacciata;
HdR Un ricco raccolto);
3. se maltrattate, possono lanciare una maledizione (KFW
La val de la Salyeres; HdR La vivana scacciata);
4. sanno predire il futuro (KFW La
moglie dell'Arimanno; KFW Bedoyela;
KFW Le due madri; HdR Il maso "Vivan"
a Mazzin)
5. danno buoni consigli (KFW Le due madri; HdR
Un ricco raccolto);
6. fanno venire sogni premonitori (KFW Le due madri);
7. non hanno religione (HdR Anc. qualcosa a prop. d.
vivane);
8. sono "dee" delle rocce e dei boschi (HdR
La vivana scacciata);
9. sanno volare (HdR A proposito delle vivane; HdR
Anc. qualcosa a prop. d. vivane);
10. possono far sgorgare un torrente (KFW La val de la
Salyeres);
11. capiscono il linguaggio delle civette (HdR A proposito
delle vivane);
12. svelano i segreti delle streghe (KFW La pittrice
del monte Faloria);
13. conoscono i tempi giusti per tutte le operazioni agricole
(HdR Il maso "Vivan" a Mazzin; HdR
Un ricco raccolto);
14. cantano in modo meraviglioso (KFW Man de Fier; KFW
Il lago dell'Arcobaleno);
15. vivranno finchè vivrà il mondo (HdR
A proposito delle vivane);
16. escono dall'acqua in forma umana (KFW Le
nozze di Merisana);
17. si vestono di lunghi abiti verdi (KFW La sorgente
dell'oblio); "secondo l'usanza" (HdR A proposito
delle vivane);
18. sono bellissime e dai corpi "quasi trasparenti"
(HdR Le vivane e la figliastra);
19. però, a trovarsene una di fronte, tanto ad un uomo
quanto ad un cane risulta impossibile distinguerla da una donna
normale o addirittura da un'orribile bregostena
(HdR La vivana scacciata);
20. secondo alcuni, abitano nei boschi, a volte presso i ruscelli
(HdR A proposito delle vivane);
21. secondo altri, vivono nell'acqua, se non addirittura nel fondo
dei fiumi (HdR Le vivane e la figliastra); o dei laghi
(KFW Il lago dell'Arcobaleno);
22. oppure vivono in grotte nella roccia (KFW La val
de la Salyeres, HdR A proposito delle vivane, KFW
Le due madri), o anche scavate nella terra e rivestite di tronchi
sgrossati (HdR Anc. qualcosa a prop. d. vivane);
23. fanno un bucato bianchissimo, che stendono ad asciugare sulle
rocce delle montagne più alte (HdR Cian Bolpin;
HdR Anc. qualcosa a prop. d. vivane);
24. per focolare usano una larga pietra piatta (HdR Anc.
qualcosa a prop. d. vivane);
25. mangiano foglie di rapa bianca biscotta e fermentata (HdR
A proposito delle vivane);
26. oppure mangiano erbe, bacche e frutti di bosco (HdR
Anc. qualcosa a prop. d. vivane);
27. però talvolta hanno fame e chiedono da mangiare agli
uomini (HdR La vivana scacciata; HdR Anc. qualcosa
a prop. d. vivane);
28. non vengono fatte entrare nelle case (HdR Anc. qualcosa
a prop. d. vivane);
29. non possono vivere con la gente (HdR Anc. qualcosa
a prop. d. vivane);
30. però a volte vanno a servizio dai contadini, e ci restano
per qualche anno (HdR Taràta e Taraton);
31. sanno badare alle bestie (KFW La val de la Salyeres);
32. allevano benissimo i bambini (KFW Bedoyela);
33. a volte entrano nelle osterie e ballano con i giovanotti (HdR
A proposito delle vivane);
34. una volta aiutarono i Fassani in guerra (HdR La battaglia
tra i Trevisani e le
vivane);
35. durante le feste per la vittoria contro i Trevisani
si dettero a vere e proprie orge (HdR La battaglia tra
i Trevisani e le vivane);
36. può capitare che si uniscano agli uomini, ma più
tardi scompaiono per non tornare mai più:
- a volte vengono richiamate nella foresta (HdR Taratà
e Taraton);
- oppure sono costrette ad andarsene piangendo quando si pronuncia
il loro nome, ad evidente violazione di un tabù più
o meno esplicitato in precedenza (KFW Man de Fjer; KFW
La salvaria;
KFW La capanna delle miosotidi)
37. del "vivano" si sa poco o niente (HdR Anc.
qualcosa a prop. d. vivane);
38. le anguane di La Val parlavano male il Ladino (U.Kindl).
Nel
ciclo dei Fanes le anguane compaiono esplicitamente in tre sole
occasioni:
1.
Quando Ey-de-Net ne cerca ed incontra una dopo la battaglia di
Fiammes ("Sul
monte Migogn"). L'anguana, poco caratterizzata, risulta
una veggente saggia e benevola che vive presso il rio
Costeana;
2. In relazione a Lidsanel,
che è collegato al posticcio "risorgimento" dei
Fanes, ma vive in val di Fassa. Qui all'anguana (=vivana) incontrata
nei boschi non è rimasta che una funzione di commentatore
fuori campo, o se vogliamo di un'anonima Parca, se non di voce
della coscienza, che annuncia il dipanarsi ed il compiersi del
destino dell'eroe tormentato;
3. Nel mito della "Croda Rossa",
dove invece apprendiamo alcuni dettagli molto significativi:
- normalmente le anguane vivono sole od in piccoli gruppi, in
grotte situate accanto a uno o più laghetti;
- nelle sere d'estate, da questi laghi si odono salire delle meravigliose
melodie;
- oltre che con l'acqua, l'anguana di Moltina
è in rapporto col Sole: ne saluta il sorgere tutte le mattine,
circondata dalle marmotte
che si adunano attorno a lei, e passa anche molte ore della giornata
a contemplarlo.
Mentre
le due prime annotazioni propongono dei tratti caratteristici
già noti, la terza non si ritrova in alcun'altra leggenda,
e può essere interpretata senza difficoltà ammettendo
che l'anguana di Moltina
non sia semplicemente un'adoratrice del Sole, ma addirittura una
sorta di ministra di tale culto.
Allo
scopo di procedere oltre nell'analisi, occorre osservare che sinora
la figura dell'anguana è stata molto spesso, se non sempre,
analizzata dagli studiosi del folklore come un'immagine statica,
quasi che l'immaginario collettivo popolare l'avesse concepita
in una notte tal quale come essa ci appare oggi. E' molto probabile
invece che la figura dell'anguana (come quella del silvano,
della bregostena
e delle altre creature che popolano le leggende) abbia subito
delle modificazioni man mano che attraversava i diversi orizzonti
culturali che si sono succeduti nel corso dei secoli. Non è
pertanto vano sforzarsi di capire quale possa essere stata l'immagine
primigenia e come si sia evoluta nel giungere sino a noi.
Ad
esempio, è del tutto plausibile che, nel corso dei secoli,
delle figure mitiche originariamente ben distinte, ma con qualche
caratteristica affine, possano essere state confuse e lentamente
assimilate alle anguane, "importandovi" così
delle connotazioni che esse originariamente non avevano affatto.
In effetti nella raccolta di Wolff
si ritrovano le "mjanines"
e le "jarines",
anche queste probabilmente solo due varianti dello stesso nome.
Si tratta di un collettivo di eteree, semiliquide figure dalle
fattezze femminili che vivono dentro i corsi d'acqua ed i laghi,
dai quali non escono se non in via eccezionale. Anche quando lo
fanno, restano sempre rigorosamente prive di individualità
e di consistenza corporea, e ben difficilmente potrebbero essere
scambiate per delle donne "umane", come invece avviene
per le anguane; nella storia di Albolina
esse si descrivono esplicitamente come "spiriti delle acque",
un concetto di trasparente origine animistica. Alcune connotazioni
che nell'elenco più sopra stilato erano attribuite alle
anguane (in particolare ai punti 16, 18 e 21) potrebbero dunque
facilmente essere derivate dalla sovrapposizione con queste figure,
entrambe legate all'acqua. Spogliando la figura dell'anguana da
queste impronte prese a prestito, la sua caratterizzazione risulterebbe
così liberata da molte delle ambiguità precedentemente
riscontrabili.
Ciò
che rimane è comunque ancora un groviglio intricato; possiamo
tentare di estrarre alcuni "filoni" di connotazioni
comuni:
-
l'associazione con l'acqua (10, 15, 20, 21, forse anche 17, 18,
23);
- l'associazione con principi di misticismo naturale (2, 3, 4,
6, 7, 8, 9, 10, 11, 12, 13, 15, forse 31, e soprattutto il culto
del Sole);
- la benevolenza nei confronti degli uomini (1, 2, 4, 5, 6, 10,
12, 31, 32);
- il desiderio di interazione con la società umana, dalla
quale restano tuttavia inesorabilmente isolate, spesso volontariamente,
a volte ad opera di un misterioso tabù che presto o tardi
viene invariabilmente violato (27, 28, 29, 30, 31, 32, 33, 34,
35, 36).
Si
noti, per inciso, che le anguane sono note per le loro melodiose
canzoni: questa relazione tra donne, acqua e canto richiama alla
mente il concetto della sirena; può esserci una relazione
tra le sirene, creature marine, e le anguane dei laghi di montagna?
Si ricordi che nel mito originale delle sirene queste non erano
affatto donne-pesce, bensì donne-uccello, raffigurate con
caratteri che possono ben ricordare quelli dell’avvoltoio.
Chi si lasciava avvincere dal canto della sirena scompariva per
mai più tornare: mitizzazione dell’antica anguana-bregostena,
ministra del culto dei morti?
Prima
di spingerci oltre, è tuttavia opportuno esaminare somiglianze
e differenze con l'altro grande personaggio mitico delle Dolomiti
(e non solo), ossia il silvano,
assieme alla sua controparte femminile, la Salvaria.
|